I Maestri della Materia
Com’è possibile , tagliare enormi blocchi di pietra e trasportarli anche per grandi distanze , dopodiché metterli in opera con precisione millimetrica ? (fare anche riferimento all’articolo “Levitated Mass”)
![Cuzco_roccia capezzolo](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/Cuzco_roccia-capezzolo.jpg?resize=300%2C250&ssl=1)
Come quelli del Tempio di Baalbek o i blocchi finemente tagliati in durissima Diorite come quelli presenti nel sito di Puma Punku.
Oppure realizzare simili installazioni , integrate nella roccia :
![machupicchu-tallado](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/machupicchu-tallado.jpg?resize=300%2C214&ssl=1)
![Tambomachay_Peru](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/Tambomachay_Peru.jpg?resize=200%2C300&ssl=1)
Ma gli antichi maestri della materia , non si sono limitati a fabbricare opere che fanno impazzire gli odierni ingegneri, essi erano anche in grado di creare vasi d’una fattura squisita , da un singolo blocco di pietra come il basalto o il granito. (nulla a che vedere con le attuali grossolane riproduzioni)
![coppa in gneiss](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/coppa-in-gneiss.jpg?resize=300%2C247&ssl=1)
Link sul ritrovamento (Digital Giza) : http://giza.fas.harvard.edu/objects/45778/full/
Nel caso della Coppa in Gneiss (Granito) , attualmente nessuno al mondo è in grado di fabbricare una coppa simile , realizzata da un unico blocco di pietra , di una fattura finissima , la materia è stata ripiegata su se stessa in modo da formare gli orli per bere.
Ed esistono anche altri casi quali :
![vase_musee_Louvre_Saqqara Vasi ritrovati a Saqqara](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/vase_musee_Louvre_Saqqara.png?resize=320%2C247&ssl=1)
Sono tutti vasi ricavati da unici blocchi di pietra , pezzi irripetibili!
![Vase_saqqara_basalto](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/Vase_saqqara_basalto.png?resize=300%2C208&ssl=1)
Vaso in Basalto e notizie del suo ritrovamento :
http://antiquities.bibalex.org/Collection/Detail.aspx?lang=en&a=666
![Vase_saqqara_porfido](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/Vase_saqqara_porfido.png?resize=300%2C211&ssl=1)
Vaso in Porfido e notizie sul suo ritrovamento :
http://antiquities.bibalex.org/Collection/Detail.aspx?lang=en&a=665
![Vase_saqqara_marmo](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/Vase_saqqara_marmo.png?resize=300%2C228&ssl=1)
Il segreto è nella natura della materia stessa , che come avevano capito gli antichi , gravità e materia sono simili , cioè fatti della stessa essenza.
Non a caso esiste questa raffigurazione dell’inca che usa il sole
![Inca usa il sole](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/Inca-usa-il-sole.jpg?resize=221%2C300&ssl=1)
Solo modellando la materia è possibile ottenere risultati simili :
![killarumiyoc](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2012/09/killarumiyoc.jpg?resize=300%2C200&ssl=1)
Tutti questi lavori sono stati possibili grazie alla conoscenza della reale natura della materia , solo così è possibile modellarla e non scolpirla , o dissolverla senza tagliarla (Fare riferimento all’articolo : “Energia Liquida”).
Fori inspiegabili nell’antico Egitto
Tratto da : http://www.bibliotecapleyades.net/egipto/esp_egipto16.htm
Nel 1883, William Matthew Flinders Petrie (1835-1942) presentò all’Istituto Antropologico di Londra, uno studio sui fori effettuato su blocchi di roccia molto dura come il granito e il diorite.
Tra i vari dati tecnici riportati da Petrie, si poteva osservare quello di un foro realizzato su un blocco di granito dal diametro di 5,6 cm. E all’interno un solco a spirale con cinque giri con una differenza tra di loro di 2,3 millimetri, il che significa quasi un metro di profondità con un solo giro di perforazione.
Anche nel caso dei blocchi della Grande Piramide, le cifre erano sconcertanti in quanto si vedeva che in ogni giro il trapano entrava nella roccia di granito rosso per 2,5 millimetri; un dato inspiegabile se consideriamo che con la nostra moderna tecnologia i trapani di diamante sintetico perforano 0m05 millimetri alla volta esattamente cinque volte meno di quelli primitivi e rudimentali trapani egizi.
Negli altri fori studiati dal diametro di 11,43 cm. E realizzati su un durissimo blocco di diorite si poteva osservare il solco a spirale che raggiungeva le 17 volte, cioè nientemeno che 6 metri con un solo giro.
Tra la sorpresa e l’incredulità continuarono ad apparire nuovi dati di fori di ogni tipo di diametro, dai 70 cm. Fino a quelli minuscoli da 1 cm. Ma non meno effettivi dei primi al momento della penetrazione nella dura roccia.
I nostri materiali per la foratura più moderni della durezza massima secondo la scala di Mohs, raggiungono il livello 11 su 10, che è quella del diamante, una pietra che gli Egiziani non conoscevano. Questi materiali di livello 11 come il diamante nero, sono molto lontani dall’ottenere i risultati raggiunti dagli antichi strumenti egizi.
Secondo la scala di Mohs, che stabilisce un livello da 1 a 10 per la durezza dei materiali, a Benjamín Baker (Ingegnere specializzato in strumentazione industriale e petrografia), dopo aver applicato una semplice regola di tre, non rimase altro che viste le irrefutabili prove ed evidenze che ancora oggi rimangono tali e quali, assicurare che il materiale impiegato per le trapanature degli antichi Egizi avrebbero dovuto avere perlomeno una durezza di livello 500.
Un autentico controsenso se teniamo presente il livello 11 che è il massimo raggiunto dalla tecnologia del XX secolo a partire dagli elementi sintetici e un livello 101 che è anche il massimo che troviamo in natura.
Tra le conclusioni finali che troviamo nel resoconto Baker risalta quella che segue:
“…L’unica differenza nel funzionamento del trapano antico e quello moderno è una enorme pressione sui trapani che le nostre moderne frese d’acciaio e diamante non possono resistere.
La pressione massima che un moderno trapano può sopportare è di un 50 chili, però gli strumenti egiziani ne sopportavano almeno 2.000…”
Riassumendo gli attrezzi impossibili utilizzati per la perforazione di durezza Mohs = 500 (su una scala da 1 a 10) e sottoposti ad una pressione di 2.000 chili!
Link allo studio presentato da W.M. Flinders Petrie nel 1883 : https://www.scribd.com/document/332208395/On-the-Mechanical-Methods-of-the-Ancient-Egyptians-W-M-Flinders-Petrie
La Stele di re Nectanebo I
Presso il British Museum (Londra), sala N° 4 link al video : https://www.youtube.com/edit?video_id=Y-Ff5u1ngus
I Vasi di Pietra
Anche consultabili all’articolo dedicato : https://www.fortunadrago.it/5554/vasi-roccia-pietra/
![Museo Nazionale di Antropologia e Storia di Città del Messico - Vaso Toltec](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2015/02/vaza-3.jpg?resize=254%2C300&ssl=1)
Al Museo Nazionale di Antropologia e Storia di Città del Messico questo “Vaso Toltec” parzialmente lavorato, mostra come asportassero facilmente e con precisione la materia (in piccole quantità) dall’interno della pietra di cui è formato il vaso di alabastro senza danneggiarlo.
![Vaso Toltec](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2015/02/vaza-1.jpg?resize=300%2C247&ssl=1)
![Vaso Toltec](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2015/02/vaza-2.jpg?resize=300%2C283&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2019/11/Oaxaca_Marmo.jpg?resize=800%2C484&ssl=1)
Come i maestri della materia abbiano potuto realizzare i vasi di pietra nell’antico regno d’Egitto è un mistero che risiede nell’essenza stessa della Materia :
Link al video : https://ok.ru/video/223740168830
Galleria di vasellame realizzato da singoli blocchi di pietra, pezzi unici, inesplicabili, impossibili da realizzare anche con le tecniche odierne per forma e geometria (sono state inserite anche la Ciotola d’Agata, La Coppa dei Tolomei, La Coppa di Licurgo, e la Tazza Farenese (poiché considerati pezzi unici ed irripetibili).
![](https://i0.wp.com/www.fortunadrago.it/wp-content/uploads/2019/05/British_Museum_2.jpg?fit=695%2C391&ssl=1)